Il TAR Campania, con la sentenza 516/2024 del 22 gennaio, ha ribadito che una tettoia in ferro tubolare con pannelli fotovoltaici, aperta su tre lati e avente dimensioni di 15 x 5,10 metri, non può essere considerata una pertinenza all’edificio principale e quindi è abusiva senza permesso di costruire.

Il caso

Il privato ricorrente ha contestato la demolizione ordinata dal comune, sostenendo che la tettoia avrebbe carattere pertinenziale e dovrebbe rientrare nell’ambito della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività).

Tuttavia, il TAR afferma che la nozione di pertinenza deve rispettare le caratteristiche individuate dalla giurisprudenza, e nel caso specifico, la tettoia supera le dimensioni modeste e si presenta come un’opera autonoma.

Pertanto, avrebbe richiesto, per essere assentita, un permesso di costruire, con conseguente carattere abusivo dell’intervento realizzato, soggetto alla sanzione prevista dall’art.31 del Testo Unico Edilizia, ovverosia la demolizione.

Infine, la possibilità di fiscalizzazione dell’abuso è esclusa, poiché manca il titolo abilitativo all’edificazione.

Regolamento comunale: tettoia con permesso di costruire

Il TAR evidenzia, a rinforzo, che lo stesso regolamento comunale relativo all’installazione di strutture precarie consente, per quanto ne importa, di ritenere assentibili con denuncia di inizio attività, ai sensi dell’art. 22, commi 1 e 2, del DPR 380/2001 (oggi sarebbe SCIA), le costruzioni costituite da coperture in legno o metallo qualora risultino prive di fondazioni, ancorate provvisoriamente al terreno con staffe e viti, e abbiano superficie lorda non superiore a 25 mq e altezza media di metri 2,70.

Nel caso di specie, invece, il manufatto risulta ascrivibile alla tipologia di “Tettoia“, per il quale legittimamente, in considerazione delle sue caratteristiche strutturali, è stato ritenuto necessario il titolo abilitativo costituito dal permesso di costruire.