Regolamento edilizio tipo e regolamento comunale: il calcolo delle volumetrie corretto
Consiglio di Stato: il RET risponde a una esigenza di ‘uniformità semantica’ ma non può scavalcare l'autonomia pianificatoria del comune
Data:
2 Marzo 2021
Merita particolare attenzione la sentenza 1339/2021 del Consiglio di Stato, che fornisce chiarimenti importanti in materia urbanistica e regolamentare. Nello specifico, Palazzo Spada risponde a questa domanda, spesso ‘causa’ di contenziosi e dubbi: quando si progetta un intervento edilizio, le volumetrie devono essere calcolate in base al Regolamento Edilizio Tipo/Unico (RET) o a quello comunale?
Regolamento edilizio e adeguamento del comune
Nel caso specifico, il Comune aveva annullato la SCIA presentata dall’impresa sostenendo che avesse conteggiato in eccesso la volumetria realizzabile.
Secondo l’amministrazione, la società non aveva conteggiato nella volumetria gli spazi qualificati come “superfici accessorie” dal RET, ma avrebbe dovuto computarli perché il Comune non aveva ancora adeguato il suo Regolamento edilizio al RET e, quindi, il Regolamento Edilizio comunale rappresentava l’unico valido riferimento normativo.
Il Tar Puglia aveva dato ragione all’impresa, non accogliendo il ricorso del comune e e sostenendo che il RET fosse direttamente applicabile nel Comune. Ma il Consiglio di Stato ha ribaltato tutto!
Regolamento edilizio unico/tipo: come si calcola la volumetria
Palazzo Spada, in primis, osserva che la questione oggetto del contendere è stata affrontata con la recente sentenza n. 8426 del 28 dicembre 2020, riferita ad un caso analogo al presente, relativo alla Regione Campania.
Dopo l’analisi dell’excursus normativo alla base del RET, si evidenzia che la disciplina “presenta caratteri non lineari”. La chiave è nell’interpretazione: per il Consiglio di Stato, “il recepimento delle definizioni uniformi non comporta la modifica delle previsioni dimensionali degli strumenti urbanistici vigenti“.
Il riferimento giurisprudenziale è la sentenza 125/2017 della Corte Costituzionale, dove si è spiegato che il Regolamento Edilizio Tipo non ha alcun contenuto innovativo della disciplina edilizia, ma svolge una funzione di raccordo e coordinamento meramente tecnico. Il RET risponde all’esigenza di raggiungere una uniformità semantica, ma non si può concludere che possa incidere sulle previsioni dimensionali di piano ed avere effetti sull’autonomia pianificatoria degli Enti locali.
Tornando al caso specifico, la Delibera 554/2017 della Puglia e la LR 11/2017 prevedono che il recepimento delle definizioni uniformi non comporta la modifica delle previsioni dimensionali degli strumenti urbanistici vigenti, che continuano ad essere regolate dal piano comunale vigente.
I giudici hanno quindi concluso che la disciplina edilizia ed urbanistica dei Comuni pugliesi resta inalterata e hanno disposto la riforma della sentenza emessa dal Tar.
In definitiva: per evitare di incorrere in contenziosi e sanzioni, nel calcolo delle volumetrie bisogna fare riferimento al Regolamento Edilizio comunale.
Ultimo aggiornamento
2 Marzo 2021, 19:56