Edifici nZEB
Dal primo Gennaio 2021 è entrato in vigore, in tutta Italia, l’obbligo di edifici nZEB per gli immobili privati e pubblici.
Dal primo Gennaio 2021 è entrato in vigore, in tutta Italia, l’obbligo di edifici nZEB per gli immobili privati e pubblici.
Cos’è e come si progetta un edificio nZEB?
Gli nZEB (acronimo di nearly Zero Energy Building) sono edifici ad elevate prestazione energetiche che richiedono per il loro funzionamento un consumo energetico estremamente basso, quasi nullo. Il loro fabbisogno è quindi coperto in maniera significativa da energia prodotta da fonti rinnovabili. Con il recepimento delle direttive europee sull’efficienza e sulla prestazione energetica tutti gli edifici nuovi o sottoposti a riqualificazione energetica, dovranno essere nZEB: ad energia quasi zero. Abbiamo già molti esempi di edifici nZEB in Lombardia ed Emilia Romagna, regioni che hanno anticipato gli obblighi rispettivamente dal 2016 e dal 2019.
Come cambia il progetto energetico?
Analizziamo le differenze tra un nuovo edificio che abbiamo progettato lo scorso 1° gennaio 2020 e lo stesso edificio che progetteremo nZEB il 1° gennaio 2021.
Prendiamo in considerazione un edificio nuovo, progettato lo scorso 1 gennaio 2020 a Roma e lo stesso immobile che progetteremo a distanza di un anno: l’adozione dei criteri introdotti per gli edifici nZEB sussiste per tutti gli edifici, nuovi o esistenti e prevede obblighi più stringenti rispetto allo stesso edificio nuovo progettato nel 2020.
Dobbiamo ricordare che in Regione Lombardia l’obbligo nZEB è in vigore dal 01/01/2016. In Regione Emilia Romagna l’obbligo nZEB è in vigore per gli edifici privati dal 01/01/2019.
La nuova Legge energetica D.Lgs 48/2020 che ha recepito la direttiva Europea 844 (EPBD III), rinnova le caratteristiche già definite dal Decreto Requisiti Minimi.
Per riassumere possiamo dire che per partire con il piede giusto nel progetto di edifici ad energia quasi zero dobbiamo prevedere:
- Basso o quasi nullo fabbisogno energetico di involucro, tanto in regime invernale quanto in regime estivo: basse trasmittanze termiche ed elevata inerzia, in grado di limitare le dispersioni e far slittare il picco di calore all’interno degli ambienti.
- Largo uso di fonti rinnovabili: pompe di calore, sistemi ibridi, solare termico, fotovoltaico, geotermia, sono solo alcune delle tecnologie che possono essere utilizzate per edifici nZEB.
Le tre fasi di verifica per gli edifici nZEB
Il processo di calcolo e la verifica dei requisiti di legge si può articolare in tre momenti distinti;
Fase 1 – Determinare gli indici e parametri di prestazione energetica dell’edificio reale
Si valutano gli indici di prestazione, le efficienze degli impianti e le caratteristiche prescrittive dell’involucro secondo quanto indicato nelle UNI TS 11300 e considerando i valori di trasmittanza delle strutture e di rendimento degli impianti reali.
Fase 2 – Determinare indici e parametri di prestazione energetica dell’edificio di riferimento
Si valutano gli stessi indici di prestazione e le efficienze dei singoli servizi considerando l’edificio di riferimento, ovvero un edificio identico per clima, dimensione ed esposizione a quello reale, ma con caratteristiche termofisiche e di rendimento definiti dalle tabelle riportate nel DM 26/06/2015 (DGR 967 in Regione Emilia Romagna, dalla D.d.U.O. 18546/2019 per Regione Lombardia).
Fase 3 – Confronto tra i valori e gli indici di prestazione
Si confrontano i due modelli: le prestazioni dell’edificio reale devono essere migliori di quelle calcolate per il riferimento:
- Indici di prestazione EP: il requisito è soddisfatto quando la prestazione calcolata nello stato di fatto reale è minore rispetto a quella determinata nel riferimento
- Efficienze impiantistiche: la verifica è superata quando l’efficienza del singolo servizio è maggiore rispetto a quanto calcolato nel riferimento.
- Quote rinnovabili: alle verifiche precedenti si aggiunge il rispetto delle quote rinnovabili percentuali richiesto dal D.Lgs 28/2011.
Ultimo aggiornamento
6 Aprile 2021, 18:58