Accesso ai documenti edilizi: serve l’interesse diretto
Tar Latina: la richiesta alla PA deve essere finalizzata a ricavare un’utilità concreta dalla conoscenza dei documenti
Data:
6 Novembre 2024
Per ottenere l’accesso ad atti relativi a pratiche edilizie, l’istante deve dimostrare un interesse giuridico concreto e non puramente esplorativo.
Lo ha chiarito il Tar Latina nella sentenza 629/2024, relativa al ricorso di un privato contro il diniego, da parte di un comune, dell’accesso a eventuali pratiche edilizie riguardanti proprietà confinanti, detenute da una società straniera, con l’obiettivo di verificare se vi fossero interventi edilizi autorizzati su tali immobili.
Il comune ha respinto la richiesta, definendo l’istanza troppo generica e priva di un interesse specifico. Il diniego si è basato sull’argomentazione che il ricorrente non aveva dimostrato un’effettiva e concreta necessità di accesso a questi documenti, rendendo la richiesta meramente “esplorativa”.
Il TAR ha confermato la legittimità del diniego, ritenendo che la semplice “vicinanza” dell’immobile del ricorrente a quello oggetto delle pratiche edilizie non bastasse a giustificare l’accesso agli atti.
Per ottenere il diritto di accesso, è necessario dimostrare un interesse concreto, come l’esistenza di interventi che possano arrecare pregiudizio all’immobile del richiedente.
In definitiva, in assenza di prove di un danno diretto o di una specifica esigenza difensiva, il criterio di vicinanza tra immobili non può giustificare un diritto di accesso, in quanto occorre un pregiudizio concreto e attuale.
Ultimo aggiornamento
6 Novembre 2024, 23:11